Porre un’immagine sacra sull’apertura dei pozzi e sulle fontane è una tradizione molto diffusa nel nostro Appennino, infatti fra le acque sorgive e la Vergine Maria il pensiero popolare ha instaurato uno stretto legame, che ha fondati riferimenti biblici e intuitive significazioni simboliche. Oltre alla più diffusa immagine della Vergine Maria, possiamo trovare anche quelle di “santi contadini”, come sant’Antonio Abate o San Vincenzo Ferrer.
Fontana Sant'Andrea di Savena - Monghidoro
( foto Gianni Gitti )
Le costruzioni dette proservizi, che possono unire pollaio, forno, “stalletto”, legnaia (ed altro) venivano spesso protette da immagini cartacee (santini e calendari), semplicemente puntate sui legni dei portoncini e degli sportelli e rinnovate di anno in anno. Non mancano però esempi dove anche in questi edifici minori l’architettura d’insieme è ben organizzata con nicchie ricavate nella muratura e predisposte per l’esposizione stabile di immagini di ceramica. In questo ambito vanno collocate anche le immagini poste sui pozzi, edifici indispensabili nell’antica economia contadina, dove l’esposizione si arricchisce di particolari valenze simboliche richiamate dal tema della sacralità dell’acqua.
Pozzo Sant'Andrea di Savena - Monghidoro
(foto Gianni Gitti)
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